Il Coordinamento degli Enti Veneto, rappresenta tutti gli Eps, che a loro volta rappresentano nel solo nella regione oltre mezzo milione di tesserati e migliaia di associazioni

L’appello viene dal coordinamento degli Enti Veneto di promozione sportiva: Facciamo ripartire lo Sport di Base”. Il coordinamento rappresenta tutti gli Eps che a loro volta rappresentano nel solo Veneto oltre mezzo milione di tesserati e migliaia di associazioni.

L’appello

«Rappresentiamo la fucina dello sport d’eccellenza ma soprattutto l’essenza dello sport di base: dello sport per tutti. Gli Eps all’interno del Coni rivolgono particolare attenzione dello sport non per aspiranti agonisti agli “agonisti di vertice”, ma si rivolgono ai bambini, agli anziani, ai magri ed agli obesi, ai traumatizzati, ai disabili e alle famiglie, al gioco dell’infanzia svolgendo una attività complementare utile a tutto lo Sport e al paese. Un impegno utile a tutta la società e questo particolarmente in un momento nel quale anche gli spazi di aggregazione sportiva scolastica sono venuti meno. Rispondiamo perfettamente alla definizione di sport: “Lo Sport comprende qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli. Chiediamo per tanto l’urgente riapertura pianificata delle attività motorie. Certo, l’emergenza Covid-19 impone la massima attenzione e prudenza a tutela della salute dei cittadini per non vanificare gli sforzi ed i sacrifici fatti fino ad ora. Le attività motorie in genere sono state le prime ad essere fermate ed ora, per salvare il settore Sport/Movimento/Esercizio Fisico, Socialità, Benessere e Salute necessita, quanto prima, un programma chiaro e certo per la riapertura, in modo tale che tutti gli operatori del settore si possano riorganizzare e adeguare in tempi utili alle necessarie richieste di prevenzione sanitaria».

La salute

«Oltre all’evidente e devastante impatto economico delle chiusure, quello che ci preoccupa è anche il messaggio che viene divulgato, ovvero che l’esercizio fisico possa essere abbandonato (o praticato col “fai da te”) e che chi pratica l’attività motoria possa essere censurato (perché rappresenta un pericolo di contagio). Al contrario, si tratta di persone che attuando comportamenti meritori, aumentano tramite un razionale esercizio fisico le difese immunitarie, proteggendo se stessi e gli altri. Ciò permette, come risaputo e scientificamente provato, un considerevole risparmio di risorse economiche, nella spesa sanitaria, che potranno essere riservate a chi ne ha più bisogno. Promuovere il movimento, a tutte le età, contribuisce in modo significativo a preservare lo “stato di salute”, definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), come stato di benessere fisico, psichico e sociale. Nella Regione Europea dell’Oms l’inattività fisica è responsabile ogni anno di un milione di decessi (il 10% circa del totale) e di 8,3 milioni di anni persi (decesso prematuro) al netto della disabilità (Disability adjusted life years, Daly). Si stima che siano imputabili all’inattività fisica il 5% delle affezioni coronariche, il 7% dei casi di diabete di tipo 2, il 9% dei tumori al seno e il 10% dei tumori del colon. Inoltre, molti paesi della Regione Europea hanno visto aumentare, negli ultimi decenni, le percentuali relative al numero di persone sovrappeso e obese. In 46 paesi (l’87% della Regione Europea), oltre la metà degli adulti sono in sovrappeso e obesi (dati acquisiti dalle “Prime linee di indirizzo nazionali sull’attività fisica” Ministero della Salute, data pubblicazione 15 marzo 2019)».

Evidenze scientifiche

«Non bisogna dimenticare quanto dimostrato dalle evidenze scientifiche in riferimento all’aumento delle difese immunitarie correlate con una regolare attività motoria: l’esercizio fisico, correttamente calibrato, è un fattore di stimolo positivo per il corpo umano, che abbinato ad un corretto stile di vita riduce i rischi di patologie croniche ed inabilitanti, condizione che si è rivelata letale nell’attuale emergenza sanitaria. Il rischio di una desertificazione delle strutture sportive è quanto mai concreto e non c’è alcun segnale che incoraggi gli operatori del settore. Nessuna programmazione a riguardo, nessun progetto o valutazione di riapertura fatto salvo lo studio commissionato dal CONI al Politecnico di Torino e trasmesso al ministero competente, ma che necessita dell’approvazione della commissione tecnico scientifica oltre che del governo. Le uniche iniziative rivolte al settore sport si riducono ad un parziale contributo per gli operatori e tecnici, alla sospensione degli affitti (solo per le strutture pubbliche) ed a un prestito garantito, risorse troppo limitate per le complessità e la gravità della crisi che stiamo affrontando. Auspichiamo quindi che venga adottato un piano strategico per sostenere tutto il settore promozionale dell’attività motoria, con particolare riferimento a quelle realtà che operano nel territorio con strutture private o in affitto da privati. Dovranno essere rispettate le misure di sicurezza, dovrà esserci un controllo delle affluenze, un distanziamento, l’uso di protezioni individuali (per gli utenti e per gli operatori), una sanificazione regolare, un monitoraggio della temperatura individuale e gli operatori del settore ne sono pienamente coscienti».

Articolo pubblicato il 4/05/2020 su “Padova Oggi”  – Link articolo http://www.padovaoggi.it/sport/enti-promozione-sport-base-padova-04-maggio-2020.html